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Sulla Pittura, Intervista con Alberto Sughi (Parte III)


 
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Biagio Maraldi Quanto credi che nell'opera d'arte sia da attribuire all'intelligenza e al mestiere e quanto al talento e alla cosidetta "ispirazione"?

 

Alberto Sughi E’ abbastanza diffuso il pensiero che l’elemento determinante per dare vita all'opera d'arte sia l'ispirazione. Non uso volentieri questa parola perché il suo significato mi appare concettualmente oscuro.

E’ sicuramente difficile analizzare gli elementi in base ai quali attribuiamo a un'opera il carattere di Arte e a un'altra, che al capolavoro somiglia moltissimo, non diamo importanza alcuna.

Eppure, anche in una copia ben fatta spesso sono visibili i segni del mestiere, dell'intelligenza e magari del talento.

Se poi volessimo chiederci perché un'opera considerata un capolavoro diventa all'improvviso insignificante allorché la si scopre apocrifa, dobbiamo supporre che ogni possibile risposta non può riguardare la natura dell'opera d'arte, ma piuttosto la natura del nostro rapporto con l'arte.

Mi sembra che la condizione primaria per il manifestarsi dell'arte sia la capacità di evocarla, immaginarla, riconoscerla.

 

 

BM I tuoi personaggi sono spesso investiti da una profonda — a volte perfino crudele — carica umana che sembrano trovare espressione soltanto nei termini pittorici coi quali li rappresenti...

"Ciò che vuole l'uomo moderno — disse una volta Bacon citando Valéry — è una smorfia felina senza gatto, cioè la sostanza senza la tradizionale elaborazione".

Mi sembra che qui sia espressa una verità, che può essere riferita a più di un artista dei nostri tempi; anche a te e alla tua opera, ti pare?

 

AS Non lo so. Io cerco di rappresentare delle situazioni in cui un uomo che fuma, o una donna sul letto, non sono più solo la rappresentazione di gesti o abitudini consuete, ma diventano rappresentazioni enigmatiche che possono alludere ad altro. Allora, si può immaginare che il fondale dei gesti quotidiani non sia più soltanto il bar, la camera, la strada; ma il tempo, lo spazio, la morte. Spesso il pittore si misura con ciò che gli rimane misterioso...

 

 

BM C'è un riferimento a rappresentare l'uomo contemporaneo nella sua condizione esistenziale. Tu non nascondi lo sconforto nei confronti dell'uomo. È pessimismo riferito all'uomo come individuo o è sentimento che coinvolge tutta la società?

 

AS È una domanda che non mi sono mai fatto che e tuttavia mi sento spesso rivolgere. Negli anni '60, ad esempio, ho dipinto scene di vita notturna, ma non ho mai raffreddato il colore, o esasperato il disegno, per dare voce a un mio atteggiamento morale o ideologico verso i temi scelti. Intendevo solo dipingere in maniera appropriata per raggiungere il maggior grado di verità possibile. Rispetto,beninteso, al mio sguardo. Forse qualcuno ha visto nei miei quadri una raffigurazione eccessivamente pessimistica e poco confortante .

 

 

BM C’è chi ha definito la tua come "pittura della storia". Ritieni pertinente la definizione? Storia che, è chiaro, non significa annotazione inerte e oggettiva della realtà, ma interpretazione critica, anche polemica degli avvenimenti e dei loro protagonisti.

 

AS Ho l'impressione di galleggiare su un'onda che sembra portarmi verso la riva, per tornare poi verso il vortice dal quale posso essere risucchiato.

Con questo stato d'animo è più facile raccogliere il carattere contraddittorio dell'esistenza che non acquisire l'occhio e la sistematicità dello storico. Forse ci stiamo smarrendo dentro un labirinto la cui uscita è sempre dall’altra parte rispetto a ogni punto in cui veniamo a trovarci.

La mia pittura potrebbe rappresentare il dramma di un mondo che, intrappolato nel labirinto, cerca la via di uscita che non riesce a trovare. Forse anche questa è storia: quella del labirinto dove siamo finiti.

 

 

BM Dal "fatto di cronaca" di cui più di un critico ha parlato in alcuni momenti del tuo lavoro, alla pittura storica, per temi. Vi è soluzione di continuità tra questi momenti o si tratta di espressioni di un identico modo di sentire e di accettare un concetto d'arte intesa come documento di travaglio e di crisi?

 

AS Abbiamo parlato all'inizio della nostra conversazione dello specchio; dapprincipio si pone grande attenzione alle immagini che quello specchio pare avere catturato e ci si adopera per tradurle e sistemarle concettualmente .

Poi il centro dell'attenzione si sposterà per dare maggior rilievo alla bellezza del riflesso, alla qualità della luce, alla purezza del cristallo.

Anche l'opera d'arte nutrita di una grande tensione etica, e di impegno civile, non potrà sottrarsi al destino di essere misurata all'interno della sua dimensione primaria, cioè estetica.

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