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Sulla Pittura, Intervista con Alberto Sughi (Parte I)


 
Teatro d'Italia        
           
Parte I
         
Parte II
         
Parte III
         
Parte IV
         
Parte V
         
Parte VI
         
Parte VII
         

Teatro d'Italia è il titolo del grande quadro che Alberto Sughi ha dipinto negli anni 1983-84, oggi di proprietà della Cassa di Risparmio di Cesena. Esso può considerarsi un punto di riferimento essenziale per un discorso sull'opera del pittore cesenate.

Sughi non usa fare disegni preparatori, schizzi, bozzetti per i suoi quadri: egli affronta direttamente la tela e apporta correzioni, cancellando e modificando fino a quando non ritiene d'aver ottenuto il risultato, che era nella sua mente come idea.

Si comprende quindi l'importanza che assumono le fotografie che, in questa occasione, il pittore ha avuto la previdenza di far scattare e di archiviare a mano a mano che il lavoro procedeva. Sono immagini perdute e ricuperate, preziose per la documentazione del percorso operato dall'artista attraverso le modificazioni ritenute necessarie per un acquisto di ritmo e di equilibrio.

Il quadro ci ha offerto anche l'occasione per tentare di ricostruire la "carriera" intellettuale di Sughi attraverso questa intervista che può essere ritenuta come un autoritratto dell'artista per l'immediatezza e gli accenti di verità contenuti nelle sue risposte

Biagio Maraldi Si dice che l'opera di un artista sia anche lo specchio nel quale si riflette la storia stessa della sua vita. In altri termini, vorrei che dicessi se la storia della tua pittura la senti anche come storia della tua vita interiore: delle tue passioni e dei tuoi ideali, della tua solitudine e del tuo pessimismo...

Alberto Sughi Inevitabilmente ci sono rimandi autobiografici; ma io preferisco guardare i miei quadri dentro la loro storia, che non è sempre, indissolubilmente, la storia della mia vita.

Un giorno, appesi alle pareti, nei miei quadri si poserà lo sguardo di altre persone. Attraverso la loro sensibilità e la loro cultura tradurranno in pensieri l'immagine racchiusa dentro la forma; allora quei quadri diventeranno semmai lo "specchio" di chi li sa guardare. Ma "specchio" è una parola senza scampo, e non mi piace.



BM Uno dei caratteri costanti della tua pittura è stato individuato in una visione pessimistica. I personaggi dei tuoi quadri sono quasi sempre avvolti in un'atmosfera quasi tragica che sembra dare la misura del tuo rapporto con la realtà e con gli uomini. Due sole citazioni per dare il senso di ciò che voglio dire: II sottopassaggio del 195 7 e alcune rappresentazioni del ciclo La famiglia di quasi trentanni dopo che possiamo considerare come i termini nei quali comprendere quasi l'intero arco della tua attività artistica. Ti identifichi sempre con questa interpretazione del tuo lavoro e della tua vita di artista?

AS Il sentimento di tristezza e di solitudine che può trasparire attraverso un'opera d'arte non è necessariamente la tristezza e la solitudine dell'autore. Con la mia pittura ho cercato, semmai, di conoscere meglio le contraddizioni che l'uomo ha trascinato con sé fino a oggi, cioè fino al massimo della sua modernità. Ad esempio : quanto sia difficile stabilire dei rapporti fortemente comunicativi all'interno di una società che ha fatto proprio della comunicazione l'aspetto più quotidiano della sua identità.

 

BM Vorrei che mi parlassi del tuo rapporto con la tua opera e più in generale del fare pittura e del mestiere di pittore

AS Fare pittura é come operare una sorta di traduzione: ciò che era pensiero, riflessione, analisi concettuale si trasferisce all'interno della forma.

A dire il vero, non si dovrebbe nemmeno parlare di traduzione, come se ciò che il pittore dipinge fosse già preesistente in un'altra struttura linguistica. La pittura non è altro che un modo autonomo di confrontarsi con la realtà. Che poi l'arte, qualunque forma essa prenda, alluda sempre a qualcos'altro è vero; ma l'oggetto su cui si esercita e il modo in cui vi si esprime, esime il pittore dal doverne tenere conto.

BM Come nasce l'idea di un quadro e qual è il percorso della mente nell'elaborazione di esso?

AS Un quadro nasce da tutti quelli che hai dipinto in precedenza, da tutto quello che hai imparato dipingendo; ma soprattutto nasce dal desiderio di mettersi in viaggio, di trovare quello che continua a sfuggirti...


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