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Luigi Cavallo , Sughi, La coscienza delle cose

 

Alberto Sughi

Alberto Sughi nello suo studio nella Rocca Malatesiana di Cesena, 1964 (Foto Ugo Mulas)

: "...per prima cosa i colori, rinati sulla tela, accesi di una luce che non è più nebbia, ma azione cromatica degli effetti riflessi che un colore può avere, una volta entrato nel campo delle nostre interpretazioni angosciate. Il verde e l'arancio, il bianco netto erigono sulle nuove architetture definite un clima che, pur avendo la solita tensione, il dramma consueto al pittore emiliano, mostra una considerazione delle cose che sembra avvenuta in un tempo maggiore, con maggior peso. S'è allentata una certa smania di sorradere e sorvolare la tela col pennello, lasciando appena una traccia di fiato, là dove si intuiscono le cose. Ora la mano si ferma, aggiunge, crea con una forza che si poteva sospettare, ma che stupisce ugualmente; non solo si oppone alla realtà delle cose, ma ci aggiunge il blocco considerevole delle sue invenzioni, dice insomma, una parola in più su di noi".

 

L. Cavallo

Tratto da L. Cavallo, La coscienza delle cose, in Carlino Sera, 22 Dicembre 1967

 

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