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Giovanni Spadolini

ALBERTO SUGHI: TEMPERE 1990
MUSEU DE ARTE ASSISS CAHTEAUBRIAND
SAO PAULO( 27 Aprile 29 Maggio 1994)


Plaudo all'iniziativa volta a diffondere, nel continente americano, attraverso la mostra antologica allestita nel Museo d'Arte Assis Chateaubriand di San Paolo del Brasile, la conoscenza dell'opera artistica di Alberto Sughi, al quale esprimo i miei più fervidi sentimenti di apprezzamento e di augurio.
Sughi intende la pittura come viaggio, come sviluppo imprevisto e imprevedibile di moto interiore di un sentimento, o meglio di una stratificazione di sentimenti. "Non dipingo ciò che sapevo - ha detto una volta -, ma ciò che apprendo attraverso l'atto del dipingere".
Si tratta di una ricerca lucida e in qualche misura talvolta distaccata fra le inquietudini, i tormenti dell'uomo contemporaneo.
L'artista sa riflettere sui mali, le storture, le disfunzioni della nostra realtà, ogni volta mettendo comunque al centro della sua meditazione per immagini il ruolo fondamentale dell'individuo. E la sua interpretazione originale e disincantata della condizione umana finisce per trasmettere un messaggio anticipatore, pragmatico, mai retorico, mai conformista e con in fondo una luce di speranza.
Un messaggio opposto ad ogni forma di magniloquenza e anche di imposizione didattica, un messaggio che ha un forte valore simbolico su cui meditare: il primato dell'uomo di fronte alle mille sopraffazioni di cui è pieno il mondo in cui viviamo. Ai mille tentacoli con i quali il potere, ogni forma di potere, pretende di limitare, di ostacolare o di reprimere le nostre libertà, i nostri sogni e le nostre evasioni.
Pervade i suoi quadri una perenne ansia di riscatto e di rivincita, con una tensione e una contraddizione costante fra l'amore e l'indifferenza, fra un insopprimibile anelito al comunicare e l'incomunicabilità. "Mi sono più volte sorpreso a rilevare - sono sue parole -quanto sia difficile, addirittura penoso, stabilire dei rapporti fortemente comunicativi all'interno di una società che ha fatto proprio della comunicazione l'aspetto più quotidiano della sua vita,".
E questo viaggio perenne che è la pittura, che fa sì che "un quadro nasca da tutti quelli che hai dipinto in precedenza, da tutto quello che hai imparato dipingendo", è condotto sempre con la massima libertà espressiva, senza vincoli di scuola né di modelli teorici, ma pure animata da una sperimentazione e da una ricerca aperte e in stretta connessione con una pluralità di esperienze artistiche e culturali.
Un "realismo" (definizione che Sughi non ama particolarmente) improntato ad un forte equilibrio plastico, a una sobrietà di forme e di colori, a una misura che ci dimostrano come la pittura italiana, anche e soprattutto nei momenti migliori, sia e debba essere pittura di respiro internazionale.


Giovanni Spadolini, presidente del Senato, Roma 1994

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